– Veduta Tofane

Tofane-veduta con-neve
Il gruppo delle Tofane, in una foto del primo autunno, dalla stessa visuale in cui doveva averlo visto il protagonista Edoardo nel capitolo Le Aquile paragrafo 1.

Usciamo dalla baracca, guardiamo in alto, tra le nuvole scure e minacciose. Le cime delle Tofane si perdono lassù; immensi e poderosi ammassi rocciosi che salgono ripidi per migliaia di metri verso il cielo, le cui cime raramente sono sgombre dalle nubi e visibili dal basso (da Il soldato che correva, capitolo Le aquile, paragrafo 1).

La Tofana di Rozes (mt. 3225) venne a trovarsi esattamente sulla linea del fronte e nonostante l’altitudine e le difficili condizioni climatiche venne inizialmente raggiunta dagli italiani, ma occupata fin dal 20 luglio 1915 dal corpo alpino tedesco. Il 18 settembre 1915 un gruppo di 105 uomini dei Volontari Feltrini assaltò la cima mettendo in fuga i bavaresi e conquistandola definitivamente. Ma non tutta la montagna era in mano italiana. A quote più basse c’erano avamposti austriaci, come alla Forcella Fontananegra, al Castelletto, alle Tre Dita e i combattimenti furono per tutto il 1915 e 1916 violenti e sanguinosi, spesso trasformati in corpo a corpo o in azioni eroiche appesi alle pareti. Non meno aspra fu la battaglia di ambedue gli eserciti contro la morte bianca: nell’inverno 1915-1916 lo spessore della neve raggiunse gli otto-dodici metri di altezza causando numerose vittime per le valanghe e i congelamenti. Difficile era persino mantenere aperti i collegamenti tra le varie postazioni ed un giorno una grossa valanga trascinò un intero rifugio italiano, con uomini e materiale, fino alla sottostante postazione austriaca. Nell’estate del 1916 gli italiani, dopo violenti scontri, riuscirono ad occupare stabilmente il gruppo delle Tofane. Numerosi sono, ancora oggi, i segni lasciati da ambedue gli eserciti lungo le pareti della montagna, spesso in posizioni dove risulta difficile credere che qualcuno possa averci vissuto e combattuto.

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