Son Pouses

Sommità del Son Pouses: a sinistra trincea per fucilieri sulla prima linea austriaca; a destra particolare della trincea perfettamente conservata.

Il buio è impenetrabile, specialmente nel bosco e tutto il pendio del Son Pouses riecheggia di urla mostruose, non più di voce umana, ma animalesca. Rantoli, grida rauche, lamenti talora flebili talora urlati, pianti, richiami con versi indescrivibili da far rabbrividire e accapponare la pelle. Un girone infernale che avvolge la montagna, fatto di mille echi agghiaccianti dei soldati immobilizzati a terra (dal libro Il soldato che correva, capitolo La montagna, paragrafo 10).

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Lamiera, con foro di proiettile, rinvenuta nelle trincee austriache sul Son Pouses.

Il modesto rilievo del Son Pouses (mt. 1832), dal quale si gode una notevole visuale sulla conca di Ampezzo, fu teatro di tragici combattimenti fin dai primi giorni di guerra. La conca di Ampezzo venne abbandonata dagli austriaci fin dal maggio del 1915, ancor prima dell’arrivo degli italiani, in quanto difficilmente difendibile. Proprio sul Son Pouses, oltre che sulle vicine creste, gli austro-ungarici allestirono lo sbarramento difensivo contro l’avanzata italiana verso Dobbiaco. Nel tentativo di conquistare il settore gli italiani persero, nel solo secondo attacco (7-27 giugno 1915), 324 uomini a cui si aggiunsero 2826 feriti e 85 dispersi. Il Son Pouses, malgrado i continui attacchi, non verrà mai conquistato dalla truppe italiane. Alla difesa della montagna contribuirono fin dall’inizio delle ostilità anche truppe germaniche nonostante Italia e Germania non fossero in guerra tra di loro (bisognerà attendere il 27 agosto 1916 per la dichiarazione di guerra dell’Italia alla Germania).

Caricatore-Mauser
Son Pouses (dintorni), caricatore per fucile tedesco Mauser.

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