I caduti degli ultimi minuti di guerra

L’armistizio tra Italia ed impero austro-ungarico, firmato il 3 novembre 1918 a Villa Giusti, presso Padova, sarebbe entrato in vigore alle ore 15 del giorno successivo, 4 novembre. Da quel momento sarebbero definitivamente cessate le ostilità. Il mattino del 4 novembre ancora si combatteva e si moriva in diverse zone del fronte. Una di queste era l’area attorno al fiume Tagliamento, dove ad una quindicina di km. ad est del fiume, i mitraglieri ungarici difendevano la località Paradiso. Alle ore 14,45, quindici minuti appena allo scadere delle ostilità, uno squadrone di cavalleria italiano, che già dal mattino aveva saputo dell’entrata in vigore dell’armistizio, si lanciò all’attacco della piccola località. Possiamo solo immaginare la perplessità nei volti e nelle menti degli austro-ungarici, consapevoli anch’essi che la guerra sarebbe terminata di lì a pochi minuti. Si chiesero forse il perché dell’attacco, sicuramente ebbero paura di morire quando ormai tutto sembrava finito. Aprirono così il fuoco contro gli italiani avanzanti consumando l’ultima carneficina di quelli che furono probabilmente gli ultimi morti della grande guerra, quasi tutti giovani di 19 anni, i famosi ragazzi del ’99, a cui si aggiunsero, nella triste conta, i caduti austro-ungarici. Tra gli italiani perse la vita, con una pallottola in fronte, il sottotenente Alberto Riva Villasanta, classe 1900, ma che nei documenti aveva falsificato la data di nascita per essere arruolato e che aveva combattuto fin dal 1917. Scoperta la sua vera età venne rispedito a casa, ma nel 1918 frequentò il corso allievi ufficiali e riuscì a partecipare alla battaglia del Solstizio, guadagnandosi la medaglia d’argento al Valor Militare.
La battaglia non era ancora terminata del tutto, qualche sparo echeggiava qua e là, quand’ecco che un suono di tromba si levò dal campo austriaco e poco dopo quello di una sirena da un velivolo italiano sbucato dalle nebbie: erano le 15 ed era il segnale che la guerra era finita! I ragazzi-soldato, nonostante la recente battaglia e le gravi perdite, furono colti da gioia improvvisa, si abbracciarono tra loro e spararono in aria l’intera scorta di razzi di segnalazione, donando una nota di colore al cielo plumbeo. La guerra era davvero finita, come confermò il Bollettino di guerra del 6 novembre: “Nella giornata di ieri nessun avvenimento di guerra”. Tuttavia non per tutti i combattenti italiani la guerra era terminata: il Corpo d’Armata italiano in Francia, composto da 79.000 uomini impegnati contro i tedeschi, combatté duramente fino all’undici novembre, giorno dell’armistizio e della contemporanea sospensione dei combattimenti tra Francia e Germania.

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