“... a destra della piccola forcella una tenda è incastrata tra le rocce e funge da posto di medicazione, più centrali sorgono delle piccole baracche per i soldati in spiazzi ricavati col duro lavoro del piccone; sotto, il ghiaione, si perde in baratri di centinaia di metri, ai fianchi solo altissime rocce …” (dal libro Il soldato che correva, capitolo La roccia, paragrafo 2).
Nello stretto ed inospitale spazio della Forcella Passaporto (mt. 2589), occupata dagli italiani con alcune baracche ed attendamenti in condizioni estreme, si consumarono sanguinosi combattimenti in uno dei rari luoghi del fronte dove, a parti invertite, gli austriaci erano costretti ad attaccare dal basso e gli italiani a difendere dall’alto.
Forcella Passaporto tra il monte Paterno (a sinistra nelle foto sotto) e la Croda Passaporto (a destra): la stretta risalita lungo il ghiaione non permetteva alcun riparo agli austriaci, falcidiati dal tiro italiano proveniente dall’alto. Gli ufficiali incaricarono alcuni uomini di legare con delle corde i morti alle caviglie e di tirarli verso le retrovie per non demoralizzare i compagni che salivano all’attacco.
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