– Forcella Lerosa

Era un vero e proprio villaggio d’alta quota, abbandonato, con strade selciate, ponticelli, sentieri, un grande numero di baracche, grotte e postazioni militari. Il grande e magnifico ripiano erboso che si stendeva ai suoi piedi risplendeva nella luce dorata del tramonto. Sul lato opposto si innalzava l’imponente Croda Rossa, che aggiungeva una colorazione rossastra o addirittura violetta al paesaggio, di una bellezza grandiosa. Il prato, sulla sinistra, digradava, ospitando un cimitero recintato da una staccionata e da un muretto in pietra. All’interno vi era una grande croce centrale, numerose lapidi e croci anonime. Scesi tra le buche delle esplosioni e mi aggirai tra le croci a leggere i nomi dei poveri soldati, tra i quali notai persino qualche nome italiano …” (dal libro Il soldato che correva, capitolo L’uomo primitivo, paragrafo 3).

Forcella Lerosa, oggi luogo magnifico, immerso in contesto ambientale e paesaggistico unico, ospitò fin dall’inizio delle ostilità nel 1915, una vera e propria cittadella austriaca di servizio alla prima linea sulla soprastante Croda de r’Ancona che gli italiani tentarono invano di conquistare a prezzo di sanguinosissimi scontri. Le strutture, di cui ancora oggi rimangono evidenti segni sul terreno, come resti di costruzioni, baraccamenti, gallerie, strade militari, sorgevano tra i prati della forcella e le rocce della Croda de r’Ancona, al riparo dal tiro italiano.

Fotografie della forcella e resti della cittadella austriaca

Alla forcella Lerosa, situata a ridosso della prima linea austriaca, si trovavano due cimiteri di guerra austriaci, dove venivano sepolti i morti in combattimento sulla vicina Croda de r’Ancona. Di uno di essi si è persa ogni traccia, mentre l’altro, nei prati della forcella, conserva ancora il muro di cinta in pietra (restaurato nel 2003), evidenti segni sul terreno dei ripiani dove venivano seppelliti i morti e una lapide, restaurata nel 2003: Hier ruhet in Gott Paul Verocai aus Cortina (Qui riposa in Dio Paolo Verocai di Cortina). Paolino Verocài Sampòulo, della frazione Majon di Cortina, appartenente al 162° battaglione Landsturm (Milizia territoriale), combattente fin dal 1914 sul fronte russo, fu trasferito nel 1915 proprio a ridosso di Cortina (dalla prima linea sulla Croda de r’Ancona egli poteva probabilmente vedere casa sua). Morì il 1° ottobre 1916 nel prato dinnanzi al cimitero allorché esplose un tubo di gelatina che stava maneggiando. Sepolto dove si trova oggi la lapide, fu traslato nel 1922 al cimitero di Cortina e nel 1935 nella cripta della Cappella-Ricordo.

Fotografie dei resti del cimitero militare austriaco

 

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